"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

martedì 22 novembre 2011

GreenPeace: quando la mattanza dei tonni è “sostenibile”...


Qualche giorno fa, Greenpeace ha pubblicato un sondaggio dal titolo inquietante "Tonno in trappola!" (http://www.greenpeace.it/tonnointrappola/sondaggio/) sul "tonno sostenibile", dove vengono poste quattro domande, capolavori di ipocrisia, dove GreenPeace non viene neanche sfiorata dall'idea che l'unico "tonno sostenibile" sia il tonno vivo, libero e che abita nelle profondità marine.
Desideriamo esprimere sdegno riguardo al sondaggio da voi proposto, in quanto lo stesso non contiene l'opzione antispecista che ha condotto molte persone a non consumare i corpi degli animali ed i prodotti dello sfruttamento animale.
Dare per scontato che tutti i partecipanti al vostro sondaggio si cibino delle spoglie degli animali offusca quell'idea di rinnovamento etico-culturale del quale l'opinione pubblica vi ritiene portatori.

Una sparuta minoranza vi risponderà che cerca un prodotto "sostenibile" e questa minoranza è composta da chi economicamente può' permettersi di spendere un po' di più e sentirsi con la “coscienza pulita” per aver salvato tartarughe e squali, e rassicurata dal mangiare in modo “sano”.
Ma vi rendete conto del danno che procurate con questo sondaggio? Vi rendete conto che la nonviolenza di cui vi ammantate e' un valore che include ogni essere vivente?

Perché scrivete nella vs. missione (http://www.greenpeace.org/italy/it/chisiamo/Missione/) che siete nonviolenti e che vi autofinanziate per non essere in balia di qualsivoglia realtà economica e/o politica, quando diventate voi stessi strumenti di liceità della nuova frontiera del business biologico che prevede l'uccisione di esseri senzienti?
Vi definite ambientalisti. L'ambiente é costituito da un ecosistema che deve essere rispettato e all'interno del quale ogni singola specie ha il suo motivo d'esistere. Allora ci domandiamo, Greenpeace ha qualche canale privilegiato con l'habitat e quindi stabilisce chi può vivere e chi morire? Ma non e' l'ecosistema che provvede a ciò e non una delle tante specie esistenti al suo interno, ossia l'animale umano?
Vi esortiamo ad abbandonare questo sondaggio, perché, lo ribadiamo, fa gli interessi di una sola realtà, quella della produzione industriale, che coadiuvate, come call-center, invitandola a modificare il tipo di produzione di cadaveri (bio-sostenibili naturalmente) per venderne di più e non per denunciare questa stessa mattanza.
Vediamo gravi incongruenze con la missione da voi stessi stilata e, per correttezza, vi invitiamo a rivedere la vostra posizione o a contestualizzare i concetti di nonviolenza e rispetto (specisti) da voi sottoscritti.
Dite che la vostra speranza che “tutti gli animali debbano avere un futuro” per voi significa che “tutte le specie di animali debbano avere un futuro”? Perché qui occorre intendersi con le parole. Tantissime persone pensano, sbagliando, che voi abbiate a cuore i singoli individui animali, la loro sofferenza, il loro benessere. Dovete spiegare per bene, chiaramente e senza mezzi termini, che non è così, che a voi interessa solo che tra 100 o 1000 anni ci siano ancora sia qualche tartaruga che qualche squalo che qualche tonno… ovviamente solo perché gli uomini di domani possano avere un po’ di biodiversità da gustarsi.

Il fatto che l’alimentazione non sia per voi un fattore discriminante è proprio il segno dell’ambiguità della vostra posizione. Che da voi ci siano vegetariani, vegani, onnivori non è di per sé rilevante.

La cosa grave è che come associazione non abbiate le idee chiare sull’argomento e che pensiate che il non cibarsi di animali sia una semplice scelta individuale e non una presa di posizione politica rispetto allo sfruttamento degli altri animali.

Con dispiacere dobbiamo riconoscere quanto le istanze ecologiste da voi avanzate siano distanti da quelle conquiste civili che solo una coerente impostazione etica potrà determinare.

Saluti
BioViolenza


ALLORA DICIAMOGLI COSA NE PENSIAMO!

Se volete scrivere a GreenPeace cosa ne pensate del loro modo di difendere l'ambiente e gli animali ispirandosi ai principi della nonviolenza (vedi pagina "chi siamo: mission" ), potete farlo ai seguenti indirizzi email:

Per informazioni generali: info.it@greenpeace.org
Per contattare l'ufficio stampa: ufficio.stampa.it@greenpeace.org
Per contattare il servizio sostenitori: sostenitori.it@greenpeace.org
Per contattare il dialogo diretto: barbara.amati@greenpeace.org