"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

martedì 20 ottobre 2015

Che odore ha l'ingiustizia?



Che odore ha l’ingiustizia?
di Laura Lucchini

La questione animale non buca lo schermo.
Il modello schiavista imposto agli animali non è in discussione.
Che lo si guardi da una prospettiva ambientalista in allarme di salvificazione, attraverso le retoriche del buon pastore o la lente delle presunte regole riguardanti il benessere animale, poco cambia. Ci può scappare qualche programma di denuncia per maltrattamento, ma il nocciolo della questione viene puntualmente occultato.
Non passa giorno in cui pubblicità e programmi televisivi non dimostrino di essere funzionali a tale modello,sia nella rimozione del corpo vivo che nella totale fissità ideologica.
Specie nei fine settimana, quando i palinsesti televisivi si dedicano alle gite fuoriporta,
ovvero a quelle esperienze virtuali in cui, nel tentativo di depurarsi dagli usuali rapporti nevrotici con chicchessia, si va alla ricerca di relazioni curiose, della natura, di storie vere, del cibo che mette d’accordo tutti e tutte.

E’ così che, ad esempio su Rai 3 (qui il video, dal minuto 5.10 circa), ci si ritrova a bordo di un delizioso trenino che ci porta in un bucolico paese tra le montagne.
Fra racconti di streghe ed eretici bruciati vivi, ricondotti con pazienza alle delizie del Calvario, incontriamo una stagionata e inquietante coppia di allevatori.

lunedì 28 settembre 2015

4/10 (Pisa) - proiezione de "Il biglietto d'ingresso" e dibattito con BioViolenza

DOMENICA 4 OTTOBRE - PISA
Teatro Rossi Aperto
Piazza Carrara, 56126 Pisa
ore 17.30
 
All'interno del Festival pisano "Tutti nello stesso piatto" al Teatro Rossi Aperto Tutti Nello Stesso Piatto - tour Pisa discuteremo di liberazione animale focalizzandoci su "chi è cibo" e su chi viene definito ingrediente, prodotto o alimento dopo aver passato la soglia del mattatoio.

E' possibile definire "carne felice" chi ha trascorso una vita da schiavo e scandita dai tempi del business della zootecnia e dello sfruttamento?

Quali strategie di marketing si nascondono dietro lo slogan "allevamento sostenibile"?

Ne parleremo con Bio Violenza - al mattatoio sani e felici e Ippoasi dopo la proiezione del documentario "Il biglietto d'ingresso".

giovedì 17 settembre 2015

Undicesimo incontro di liberazione animale - 18-19-20 settembre



L’XI edizione dell’Incontro di Liberazione Animale si terrà il 18 – 19 – 20 settembre alla nuova casa del popolo “La Casona” a Ponticelli di Malalbergo (Bo)
Via Ponticelli, 43, Ponticelli di Malalbergo (Bologna)
Sul sito web www.incontroliberazioneanimale.net informazioni e programma.

lunedì 17 agosto 2015

30/8 - Expo 2015: dal pink-washing alla carne felice (conferenza / dibattito)



Nell'ambito della decima edizione del “VEGANch’io”
(Vimercate, Via degli Atleti, 1 - 28, 29 e 30 agosto 2015)

DOMENICA 30 AGOSTO 2015
ORE 18:00 - Conferenza e dibattito
EXPO 2015: dal pinkwashing alla carne felice
coordinano Rete NoExpoPride e Progetto Bioviolenza 


LA PARTECIPAZIONE E' LIBERA E GRATUITA

Info e contatti:
info@veganchio.org
info@oltrelaspecie.org
335-8376756

https://www.facebook.com/events/829093943812018/

http://veganchio.org/

PROGRAMMA DEL VEGANCH'IO 2015: http://veganchio.org/programma.html

Per indicazioni stradali, luoghi di pernottamento, info vedi:www.veganchio.org

martedì 11 agosto 2015

Perchè collaborare con CIWF? un partecipante risponde

foto: suicidefood.blogspot.com


In seguito alla pubblicazione della Lettera aperta sulla Summer School sul benessere animale organizzata presso la Facoltà di Veterinaria dell'Università di Milano, inviata ai relatori e organizzatori animalisti che compaiono nel programma, abbiamo ricevuto le risposte di uno di loro, Enrico Giannetto (gli altri non hanno risposto).
Pubblichiamo, con il suo permesso, lo scambio di opinioni con Enrico Giannetto, con cui dissentiamo, ma che ringraziamo pubblicamente per la risposta e per aver fornito elementi di discussioni su cui ciascun* potrà autonomamente farsi un'idea.

Una parte della discussione verte sull'opportunità o meno di partecipare ad iniziative organizzate in luoghi in cui si insegna, si organizza o si sostiene lo sfruttamento animale, e da personalità o professionisti che sfruttano animali o che sostengono attivamente la produzione di merci / conoscenza a partire dai loro corpi. Nonostante tale questione sia molto complessa - dato che è sempre difficile capire quando un "dialogo" pubblico sia utile o quando sia il caso di accettare degli inviti in "campo nemico" per criticare apertamente lo specismo -, riteniamo che in questo caso si configuri in modo, purtroppo, meno ambiguo: la Summer School in questione, oltre a non essere un dibattito (ma bensì un vero e proprio corso di formazione sul "benessere" animale e le tecniche zootecniche ad esso collegabili), non è organizzata da veterinari, professionisti zootecnici o simili figure con la partecipazione su invito di esponenti del mondo animalista, ma al contrario è organizzata da esponenti del mondo animalista insieme a esponenti del mondo dello sfruttamento animale. Questo, oltre che essere dichiarato apertamente, risulta evidente dalla presentazione sul sito, in cui si trovano, accanto a citazioni da Derrida che ammiccano alle più radicali tesi antispeciste, ben più espliciti riferimenti all'etichettatura dei prodotti animali secondo diversi gradi di "benessere" degli schiavi allevati che dovranno dare al consumatore la "facoltà di compiere liberamente le proprie scelte tenendo in conto tale aspetto".

Buona lettura.

lunedì 10 agosto 2015

Grazie, contadini svizzeri...


Non è la prima volta che ci segnalano una campagna mediatica ad opera di allevatori o produttori di carne in cerca di consensi da parte dell'opinione pubblica. I motivi per cui vengono ideate campagne pubblicitarie da parte delle associazioni di categoria possono essere di vario tipo, e non sempre comprendono l'esigenza di placare i problemi di coscienza che lo sfruttamento degli animali causa ai consumatori.
In questo caso, però, è evidente che siamo di fronte ad una risposta (anche) alle crescenti critiche alla violenza sugli animali da reddito. La campagna estate 2015 degli allevatori svizzeri (https://www.agricoltura.ch/campagna-pubblicitaria/campagna-attuale/manifesti/) non lascia spazio a dubbi. Accanto a manifesti che rimarcano la genuinità della frutta dei contadini svizzeri o la loro cura del paesaggio alpino, tutti incentrati su figure di animali vestite da contadini umani, ne troviamo uno con una capra che recita lo slogan: "Sono molto più libero di uscire della maggiorparte degli uomini".

giovedì 6 agosto 2015

Quando gli “animalisti” fanno il gioco degli allevatori



Grazie al cielo la redazione di Campania su web e il Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana si sbagliano e non pare esistere (almeno per ora) la versione italiana dellassociazione protezionista anglotedesca Four Paws/ Vier Pfoten.

Fino a pochi giorni fa, Lassociazione Vier Pfotenera giustamente preoccupata delle pratiche dallevamento delle bufale in Campania, tanto da diffondere informazioni e video sulle sofferenze a cui sono quotidianamente sottoposti questi animali: http://www.four-paws.org.uk/campaigns/farm-animals/hidden-animal-cruelty-in-italian-buffalo-farms-providing-mozzarella-to-uk-supermarkets/

Il 27 luglio, uno dei tanti eventi di Expo è stato dedicato alla Mozzarella di Bufala DOP (uneccellenza italiana nel paesaggio mediterraneo!). Gli organizzatori sono stati Ara Campania (Associazione Regionale Allevatori) e DQA (Dipartimento Qualità Agroalimentare): http://www.mozzarelladop.it/index.php?section=notiziario&filter=comunicati&id=665

domenica 2 agosto 2015

Il danno e la beffa

Una grave discontinuità mentale affligge l'umanità. Dunque da un lato riteniamo adatte le mucche all'ascolto musicale tanto da asserire che tutte le loro funzioni vitali ne trarrebbero giovamento ( il latte migliora!). Dall'altro recludiamo a vita quelle stesse mucche, obbligandole alla riproduzione forzosa, allontanandone i cuccioli ( per farne bistecche ) al fine di poterne "rubare" il latte, infine le premiamo con la macellazione.  Tutto ciò in nome di un imperativo specista che, pur dovendo ormai riconoscere di aver a che fare con entità diverse dagli oggetti, in realtà continua a considerarli ed a trattarli come tali. Sbeffeggiandoli, quando possibile...

Si intitola "happy cow concert" l'iniziativa-esperimento
documentato dal video di repubblica.it qui sotto. Ogni altro commento è superfluo...



venerdì 24 luglio 2015

Perchè collaborare con CIWF (e compagnia bella)? Lettera aperta ad alcun* animalisti



MA CHE CI FACCIAMO IN COMPAGNIA DI VETERINARI E CIWF?
PERCHÉ COLLABORIAMO?
PERCHÉ ORGANIZZIAMO PROGETTI INSIEME?



Questa è una lettera aperta per chi, animalista, ha organizzato o accettato di partecipare al convegno "Cibo: la vita condivisa" che si terrà dal 15 al 19 settembre presso l'Università degli Studi di Milano - Facoltà di Medicina Veterinaria.


Noi attivisti/e di Bio-Violenza (http://bioviolenza.blogspot.it) siamo rimasti molto perplessi nel vedere un corsoestivo universitario organizzato a 4 mani da animalisti (Minding Animals) insieme alla facoltà di Veterinaria dellUniversità di Milano.

Ci siamo domandati il perché di una così stretta collaborazione tra due entità che sulla questione animale non hanno certo la stessa direzione di sguardo. Perché inquinare il messaggio antispecista? Perché accettare di confrontarsi su un terreno così rischioso per un evento che coinvolgerà molti docenti ma che riguarderà un gruppetto di soli 30 studenti (o persone interessate)?


mercoledì 1 luglio 2015

Non perché sono in grado di soffrire, ma perché sanno essere felici!

Non perché sono in grado di soffrire, ma perché sanno essere felici!

di: feminoska

Fonte: intersezioni.noblogs.org

Proprio oggi leggevo un articolo di Nathan Runkle –  fondatore e Presidente di Mercy for Animals – intitolato “il nostro sdegno per il Festival della carne di cane di Yulin rivela un’ipocrisia disgustosa”. Il pezzo in questione argomentava in modo non troppo dissimile dall’articolo pubblicato pochi giorni fa, intitolato Del Mangiar Cani, e chiudeva con questa riflessi
one, già sentita in diverse occasioni:
“Certo, hanno aspetti diversi. Mucche e maiali adulti non sono esattamente i più adatti per accoccolarsi assieme sul divano (se è per questo nemmeno i cavalli, eppure poche persone li mangiano). Potrebbe essere una sfida portare un pollo a fare una passeggiata, data la sua capacità di volare (ma anche in questo caso, avete mai provato a mettere il vostro gatto al guinzaglio?).

mercoledì 10 giugno 2015

Lettera aperta a CIWF - Compassion in World Farming

La seguente lettera segue il dibattito avvenuto il giorno 8 giugno a Milano, in occasione dell'iniziativa di Compassion in World Farming su  "Farmageddon, apocalissi nel piatto".


Gentile signora Pisapia,

visto che durante il suo intervento dell'8 giugno lei ha negato che elargire premi significasse fare pubblicità alle aziende premiate, sostanzialmente sminuendo la relazione che c’è tra voi, i consumatori attenti e l’industria di sfruttamento animale, segnaliamo che questa è una frase che compare nel vostro sito per la promozione dei premi: “Promuovere il Premio ricevuto aiuta a celebrare il successo dell’azienda e rafforzare i valori associati al vostro marchio”.

martedì 12 maggio 2015

Bayernland (il latte viziato della grande distribuzione)


Bayernland (il latte viziato della grande distribuzione)
di Alessandra Galbiati




Bayernland spot 1

Interno. Sera. Casolare in campagna. Lui, il contadino, guarda dalla finestra.

Lui: Non sono ancora tornate...

Lei: Ma stavolta mi sentono!

Lui esce a cercarle mentre loro stanno in quel mentre rientrando

Lui: Eccole!!

Lei: Karen! Gilda! Eravamo preoccupati per voi!

Lui e lei si abbracciano mentre le due pezzate mangiano un po' di fieno



Mucca viziata? Bontà esagerata.


venerdì 24 aprile 2015

NoExpo coupon

da: antispefa



Beretta: la morte perfetta (sul nuovo sponsor di expo)



Immagine: suicidefood.blogspot.com

Beretta: la morte perfetta

(sul nuovo sponsor di expo)

Risale a pochi giorni fa la notizia secondo cui expo 2015 ha scelto Beretta come sponsor ufficiale per i salumi. Per l'occasione il presidente del Salumificio, Vittore Beretta, ha parlato della filosofia del "maiale felice"...
Pubblichiamo qui una lettera scritta da un'attivista in seguito alla notizia. 

Vittore Beretta in questo breve video sintetizza in maniera estremamente efficace, sia con lutilizzo delle parole che con la sua mimica facciale, il modo in cui lui e la sua azienda si relazionano agli animali. Animali che il signor Beretta ammazza in continuazione e con cui si arricchisce e riceve onori e fama.

mercoledì 22 aprile 2015

Evviva la diversità! Expo e le bestie

Come utilizzare la retorica del multiculturalismo, delle differenti culture, dell'incontro fra usi e costumi diversi per rinforzare la visione antropocentrica per cui gli animali, in definitiva, sono cibo a disposizione del nostro palato. Un palato magari in cerca di prelibatezze esotiche.

Come annuncia Repubblica.it in un articolo pubblicato sul sito, durante i 6 mesi di Expo, a Milano, si troveranno "coccodrillo, pesce palla, vino di serpente e maialetto sardo". Anche le blande limitazioni che riguardano le specie protette, in parte cadono, insieme alle norme ordinarie sulla sicurezza nei cantieri, sulle infiltrazioni mafiose, sui diritti dei lavoratori/trici; insomma, insieme a tutto quello che intralcia un evento così straordinario da necessitare di regole straordinarie.

lunedì 13 aprile 2015

Expo 2015 - Nutrire il pianeta, riempire i macelli

Fonte: www.liberazioni.org

Expo 2015 - Nutrire il pianeta, riempire i macelli
di M. Reggio



Expo 2015 si avvicina. Con il suo slogan, «Nutrire il pianeta, energia per la vita», il Primo maggio (data non casuale) avrà inizio a Milano l’Esposizione Universale che costituirà «il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione»[1]. Come è noto, questa iniziativa costituisce per il capitalismo un momento importantissimo di rilancio, autocelebrazione, promozione e diffusione del proprio ordine simbolico, ma anche di pubblicizzazione di merci, settori produttivi, tecnologie e servizi. La corsa verso questo appuntamento – che si è rivelata una corsa a ostacoli fra le insidie della cor ruzione politica e finanziaria e le più oscene e imbarazzanti infiltrazioni mafiose – non può che registrare lo sviluppo di una critica e di un’opposizione a partire dal territorio interessato. Expo ha un carattere ideologico e concretamente devastante sulle vite delle persone. Da quando il capoluogo lombardo è diventato ufficialmente sede dell’esposizione (marzo 2008), associazioni, gruppi e comitati, che hanno intrapreso un lavoro di smascheramento e controinformazione su questo evento, si sono riuniti sotto la sigla No Expo, che ha organizzato diverse iniziative di approfondimento e di protesta.

mercoledì 4 marzo 2015

"Bisogna sparare con tenerezza"...

"Bisogna sparare con tenerezza".
Arcicaccia utilizza questa frase, che si commenta da sè, per inaugurare gli Stati Generali della caccia.

E poi: "Siamo sentinelle della natura". Sentinelle armate, naturalmente.

Non stiamo scherzando, purtroppo:
qui la notizia...


martedì 27 gennaio 2015

Intervento Liberati Da Expo alla nazionale NoExpo

da: http://antispefa.noblogs.org/intervento-liberati-da-expo-alla-nazionale-noexpo/

Riproponiamo il testo di Liberati da Expo letto Sabato 17 Gennaio durante l’assemblea nazionale NoExpo. Un primo documento da cui partire, certamente incompleto a causa del poco tempo a disposizione, ma un tentativo  di portare, all’interno della lotta NOEXPO e oltre, le due questioni che più premono “Liberati da Expo”, cioè quella animale e quella dei generi.
Per fermarci non bastano università sprangate e piene di sbirri.
Con ogni mezzo possibile, finchè ogni gabbia non sarà vuota!!


Ciao,
siamo delle individualità antispeciste e lgbtqueer che si stanno affiancando ai movimenti di lotta contro Expo2015. Il primo momento di piazza in cui ci siamo espressi è stato al corteo dello scorso ottobre, con lo spezzone Liberati Da Expo nell’intento di portare all’interno della lotta NoExpo una visione che comprenda un approccio ecologista e antispecista, con il chiaro obiettivo di una sovversione dell’esistente, intento che vogliamo portare avanti nei prossimi mesi, anche oltre il grande evento.
Nella misura in cui pretendiamo di non essere imprigionati, sfruttati e dominati, non si può continuare a imprigionare, dominare e sfruttare soggetti più deboli o diversi da noi, siano essi umani che non umani.
Tema fondante di Expo2015 è l’alimentazione, tema che non può prescindere dalla liberazione animale e della terra. Allo stesso modo debito, cemento, precarietà, parole d’ordine alla lotta ad Expo2015, non possono prescindere dallo sfruttamento animale. Le prime tre voci non sono più sufficienti a raccontare il reale dentro e intorno a noi perché sono voci di nocività superate dagli eventi. Certo continueremo a usarle e a combattere qualunque sistema le utilizzi e le voglia imporre, ma è tempo di effettuare un salto di qualità che dovrà saper affrontare soprattutto il cuore del grande evento: l’alimentazione. Serve confliggere con Expo2015 perchè evento capitalista di matrice biopolitica che entra direttamente nel nostro piatto e di conseguenza nel nostro corpo e nell’ambiente in cui viviamo. Questo evento specula sul cibo, su chi e cosa è ritenuto cibo, su aspetti naturali come suolo, acqua ed energia, su agricoltura, allevamento e alimentazione come ambiti di una cultura specista e antropocentrica; un evento, aggiungiamo, che trova appoggi sociali e legittimità culturale nel terzo settore di Expo dei Popoli -ospitato a cascina Triulza- e che parallelamente incarna lo spirito neoliberista che ci vuole tutte e tutti assoggettati al mercato delle multinazionali dell’agribusiness, delle nanotecnologie e degli OGM, in una continua e onnipresente lotta al Pianeta e alla vita libera, sia essa umana o non umana.
 La liberazione animale deve integrare le altre lotte per poter sfiancare il dominio, ma deve essere anche fondante per il futuro che cerchiamo di immaginarci, futuro che il grande evento tenta di vendere nascondendosi dietro le parole green o pink, nell’intento di continuare ad avere sostegno nonostante gli anni di crisi economica ed esistenziale per migliaia di esseri umani e famiglie.
Attraverso l’alimentazione si possono fare scelte importanti per gli animali umani e non umani, non mangiare nulla di derivazione animale risparmierebbe loro rabbia, dolore e morte, concretizzerebbe il rispetto dell’altro, del suo spazio, tempo e socialità, li riscatterebbe portando al collasso l’intero disfunzionante sistema capitalista.
Solo in occidente 54 miliardi di animali, senza contare pesci e molluschi, ogni anno vengono massacrati, creando, inoltre, un concentramento di CO2 nell’atmosfera, tale da rendere impossibile un proseguo di tutta la vita sul pianeta.
 Liberare chi è incatenato a questa produzione è uno degli obiettivi. Alimentarsi è una pratica che determina importanti cambiamenti rivoluzionari.
 Ford nel 1913 creò la catena di montaggio osservando il lavoro di smembramento, dissezione e stoccaggio in un macello, questo sistema ha prodotto nel tempo lo sfruttamento umano (tanto da essere stato modello anche per i campi di concentramento nazisti) e la trasformazione da soggetti attivi a consumatori passivi.  Lo smontaggio dei corpi in quel macello è padre dell’attuale precarietà, le nostre vite quotidiane sono state determinate proprio dalla riduzione in pezzi degli animali. Le catene che legano quelle vite sono le stesse che ci legano a questo sistema, sistema che può essere distrutto solo spezzandole.  Se tutto questo resterà ancora sullo sfondo, sullo sfondo rimarremo anche noi tutti e tutte.
Da qui a un futuro che andrà oltre Expo2015, dobbiamo proporre come desiderabile e concreta una prospettiva di libertà e di convivenza non mercificata, non antropocentrica né specista. Una prospettiva che può iniziare ora dalle scelte alimentari adottate da chi partecipa a questo incontro e che ha come potentissima conseguenza l’abbraccio di una cultura e di una socialità di autogestione, di libertà e di mutuo aiuto. Una orizzontalità e un riconoscimento di dignità che implicano l’abbandono di ogni sfruttamento, fosse quello verso l’ambiente, quello tra esseri umani e quello che culturalmente si applica da secoli verso gli animali non umani.
 Per questo crediamo e proponiamo che il cuore della lotta anticapitalista che portiamo avanti trovi il suo focus sul tema ufficiale di Expo e sulla società che vogliamo in futuro fare nostra, che necessariamente dovrà essere antispecista e radicalmente ecologista.