"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

martedì 20 dicembre 2011

Parte terza: GreenPeace da che parte sta? Valutate...


Ed eccoci giunti alla risposta di GP, che sfata i nostri sospetti:

Buongiorno,
rispondo in merito alla sua segnalazione a seguito del lancio del nostro questionario sul tonno.
A Greenpeace ci sono onnivori, vegani e vegetariani: le scelte di consumo non sono un fattore discriminante. La scelta vegetariana/vegana (che rispettiamo) è una scelta personale che per vari motivi - culturali, di salute, di contesto geografico - non tutti possono sostenere, né tantomeno è il nostro ruolo quello di sponsorizzare una dieta o uno stile di vita.
Quello che sosteniamo è che dobbiamo tutelare il Pianeta e tutti gli esseri viventi che lo abitano per garantire al Pianeta stesso un futuro.
Le tartarughe non sono più importanti del tonno. Il punto è che alcune specie di tartarughe e squali sono a rischio estinzione e l'uccisione anche di poche migliaia di esemplari potrebbe distruggere le popolazioni di tartarughe e squali esistenti.
Per quanto riguarda il tonno, non interferiamo con le scelte dei singoli ma chiediamo all'industria del tonno in scatola di garantire piena tracciabilità e trasparenza, di non pescare specie a rischio e di impegnarsi a vendere solo tonno pescato in maniera sostenibile, per esempio con amo e lenza o senza FAD.
Comprenderà dunque come il questionario sia stato formulato proprio per raccogliere un campione significativo di risposte da parte dei consumatori di tonno, nell’ottica di una strategia specifica di campagna.

Certa di avere risposto alle sue domande le porgo cordiali saluti

Irene Longobardi
Relazioni con i sostenitori
Greenpeace ONLUS
Via Della Cordonata, 7

00187 Roma



La nostra risposta

Gent.ma Sig.ra Longobardi,

Finalmente è giunta, al terzo scambio di lettere, l'ammissione che attendevamo. Il questionario è, come Lei stessa scrive, "stato formulato proprio per raccogliere un campione significativo di risposte da parte dei consumatori di tonno". Benissimo. C'è però un piccolo particolare che non quadra: il sondaggio, come tutta la campagna "Tonno in trappola", non prevede l'esclusione di parte di pubblico.
In pratica: NON RISULTA ESSERE INDIRIZZATO AD UN PUBBLICO PRESELEZIONATO.

Quindi, per non perpetuare ulteriori fraintendimenti, Vi consigliamo di evidenziare che il Vostro sondaggio è RISERVATO a chi non intende in alcun modo mettere in discussione la legittimità della strage quotidiana dei tonni o di qualsiasi altro abitante del mare (o della terraferma!) per l'alimentazione umana.

Poichè l'opzione vegana, pur rappresentando la soluzione delle problematiche trattate, non viene da Voi neppure menzionata , Vi chiediamo di dare evidenza alle motivazioni dell'esclusione, altrimenti arbitraria, della considerevole parte di pubblico che ha già scelto nella pratica quotidiana di "salvare il tonno".

Saluti
BioViolenza

giovedì 1 dicembre 2011

Quando la risposta di GreenPeace è “insostenibile”

Alla prima mail di protesta come Bioviolenza e come attivist* singol* abbiamo ricevuto tutt* la stessa risposta:


Buongiorno XXX (nome preso dalla firma in calce),

è necessario precisare che Greenpeace è un'associazione ambientalista, non animalista, e quindi non ritiene che gli animali non debbano essere catturati e/o mangiati "a prescindere".
Qui a Greenpeace ci sono persone che mangiano carne o pesce, persone vegane e persone vegetariane: l'alimentazione non è un fattore discrimante. La scelta vegetariana/vegana (che rispettiamo) è una scelta personale che per vari motivi - culturali, di salute, di contesto geografico - non tutti possono sostenere.
Quello che sosteniamo è che tutti gli animali - ma anche tutte le piante, tutti gli uomini e...tutto il resto - debbano essere tutelati in modo da avere un futuro.
Le tartarughe non sono più importanti del tonno. Il punto è che alcune delle specie di tartarughe e squali sono a rischio di estinzione e l'uccisione anche di poche migliaia di esemplari potrebbe distruggere completamente queste popolazioni.
Per quanto riguarda il tonno, non interferiamo con le scelte dei singoli ma chiediamo all'industria del tonno in scatola di garantire piena tracciabilità e trasparenza, di non utilizzare specie a rischio e di impegnarsi a vendere solo tonno pescato in maniera sostenibile, per esempio con amo e lenza o senza FAD.
cordialmente

Giorgia Monti
Responsabile Campagna Mare
Greenpeace Italia

ANCHE VOI AVETE RICEVUTO LA STESSA RISPOSTA STANDARD, INDICE DI UN'ATTENTA LETTURA DELLE RIMOSTRANZE SOGGETTIVE?

RIBADIAMO CHE GREENPEACE DEVE CHIARIRE LA SUA POSIZIONE E ABBIAMO INVIATO QUESTA SECONDA MAIL (ci risponderanno?):

Gentile Sig.ra Monti,

la ringraziamo per la risposta, evidentemente standard, che ha voluto inviarci.
E' insignificante che Lei affermi che la scelta vegana/vegetariana sia da Voi rispettata, quando, nei Vostri sondaggi, non viene considerata neppure come opzione. Eppure, dato che suggerite che
le scelte di consumo individuali possono influire significativamente su problemi come la pesca del tonno, dobbiamo fare notare che il rifiuto di mangiare animali avrebbe un impatto decisamente più consistente su tale problema, oggetto della Vostra campagna.

Il fatto che Greenpeace sia un'organizzazione che opera a livello planetario non giustifica le Vostre posizioni evasive sulla questione politica dello sfruttamento animale. Nè il fatto che al polo nord non esista la possibilità di sopravvivere se non cacciando e pescando ci autorizza a fare altrettanto e a uscire di casa la mattina imbracciando un fucile o una canna da pesca per procurarci il cibo, magari vestiti di pelli e pellicce.
E' nostro obbligo, in quanto agenti morali, preferire le pratiche che riducono quanto più possibile il danno ad altri, siano essi umani, che nonumani.
Ecco perchè non consumare animali è un obbligo etico e non una banale scelta dietetica.

Nessuno, nè tanto meno un'organizzazione come la Vostra, che dall'opinione pubblica viene considerata come portatrice di alti valori morali, dovrebbe esimersi dal confrontarsi con la realtà dello sfruttamento animale, esponendosi pubblicamente e in modo chiaro.

Confidando in un ripensamento per una riformulazione della campagna in oggetto, salutiamo.

BioViolenza