La statua "targata" EXPO esposta all'aeroporto di Malpensa |
Argomento sicuramente centrale visto che da quello dipende
la sopravvivenza di tutto il vivente.
Argomento importante per le implicazioni sociali, culturali
e politiche che la distribuzione del cibo comporta.
Argomento succulento dato che il cibo è anche piacere e avventura.
Ma il punto fondamentale che EXPO probabilmente NON prenderà
in considerazione, è la differenza tra chi CONSUMA cibo e chi È cibo.
Se fossimo NOI il cibo degli altri, cosa penseremmo
dell'arroganza e della violenza di questa scultura promozionale di EXPO?
In questa rappresentazione grottesca dell'ingordigia umana
(forse molto più vicina alla realtà di quanto possa sembrare a prima vista)
l'unica cosa che non viene problematizzata è proprio la questione fondamentale:
con quale diritto inforchiamo galline, uccidiamo lepri, ci mettiamo le
salamelle a tracolla e, come tutti i bravi cacciatori, ci mettiamo i cadaveri
attaccati al cinturone?
Lasciando perdere il machismo caricaturale di questa
scultura (così esagerato da essere quasi autoironico), perché rappresentare con
una sorta di Gargantua/Pantagruel (che tutto mangiano senza vergogna) un'umanità
che si erge tronfia sopra il resto del vivente pur di soddisfare la sua
insaziabile pancia e il suo viziatissimo palato?
Se questa è l'immagine con cui EXPO vorrebbe reclamizzare la
"questione-cibo" ai cittadini del mondo (la scultura si trova all'aeroporto di
Malpensa), ci sembra che abbia imboccato un sentiero che andrà a sfociare nella
comoda autostrada della BIO-Violenza.
Peccato che Gastone Mariani, attuale direttore dell'Accademia di Brera, nella presentazione della mostra "Il dolore degli altri animali" nel marzo del 2012, avesse espresso questo auspicio: "In concomitanza con EXPO 2015, convengo che Milano, capitale mondiale della sostenibilità ambientale ed alimentare, meriti una finestra di osservazione e riflessione sul nostro rapporto con la più grande parte degli abitanti del Pianeta." Parole amaramente cadute nel vuoto pneumatico emanato del personaggio elevato sul piedistallo come un megalomane ubriaco.
Peccato che Gastone Mariani, attuale direttore dell'Accademia di Brera, nella presentazione della mostra "Il dolore degli altri animali" nel marzo del 2012, avesse espresso questo auspicio: "In concomitanza con EXPO 2015, convengo che Milano, capitale mondiale della sostenibilità ambientale ed alimentare, meriti una finestra di osservazione e riflessione sul nostro rapporto con la più grande parte degli abitanti del Pianeta." Parole amaramente cadute nel vuoto pneumatico emanato del personaggio elevato sul piedistallo come un megalomane ubriaco.
Teniamoci pronti perché ne vedremo (e soprattutto sentiremo)
di tutti i gusti.
L'elogio del salamino è solo l'antipasto.
Progetto Bio-Violenza
Al mattatoio felici e sani