"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

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lunedì 13 aprile 2015

Expo 2015 - Nutrire il pianeta, riempire i macelli

Fonte: www.liberazioni.org

Expo 2015 - Nutrire il pianeta, riempire i macelli
di M. Reggio



Expo 2015 si avvicina. Con il suo slogan, «Nutrire il pianeta, energia per la vita», il Primo maggio (data non casuale) avrà inizio a Milano l’Esposizione Universale che costituirà «il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione»[1]. Come è noto, questa iniziativa costituisce per il capitalismo un momento importantissimo di rilancio, autocelebrazione, promozione e diffusione del proprio ordine simbolico, ma anche di pubblicizzazione di merci, settori produttivi, tecnologie e servizi. La corsa verso questo appuntamento – che si è rivelata una corsa a ostacoli fra le insidie della cor ruzione politica e finanziaria e le più oscene e imbarazzanti infiltrazioni mafiose – non può che registrare lo sviluppo di una critica e di un’opposizione a partire dal territorio interessato. Expo ha un carattere ideologico e concretamente devastante sulle vite delle persone. Da quando il capoluogo lombardo è diventato ufficialmente sede dell’esposizione (marzo 2008), associazioni, gruppi e comitati, che hanno intrapreso un lavoro di smascheramento e controinformazione su questo evento, si sono riuniti sotto la sigla No Expo, che ha organizzato diverse iniziative di approfondimento e di protesta.

martedì 26 giugno 2012

Liberate 72 galline dallo sfruttamento "bio"


L'8 giugno gli attivisti di Igualdad Animal / Animal Equality e dell'organizzazione Equanimal, hanno riscattato 72 galline da un allevamento biologico nei Paesi Baschi.
In un primo momento le galline sarebbero dovute essere 50, ma alla fine se ne sono aggiunte 22 più del previsto, ed è stato così possibile salvare 72 individui da morte certa. Per l'allevatore non erano altro che mezzi da sfruttare finché produttivi, e da eliminare quando non più redditizi. Se Igualdad Animal / Animal Equality e Equanimal non si fossero preoccupate di salvarli e di dar loro la possibilità di una vita diversa, sarebbero stati tutti uccisi.

Negli allevamenti biologici, così come in tutti gli altri, il valore della vita di un animale è valutato in base al profitto che può produrre; quando il guadagno di chi sfrutta diminuisce è arrivato il momento di mandare gli animali al macello.