"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

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lunedì 13 aprile 2015

Expo 2015 - Nutrire il pianeta, riempire i macelli

Fonte: www.liberazioni.org

Expo 2015 - Nutrire il pianeta, riempire i macelli
di M. Reggio



Expo 2015 si avvicina. Con il suo slogan, «Nutrire il pianeta, energia per la vita», il Primo maggio (data non casuale) avrà inizio a Milano l’Esposizione Universale che costituirà «il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione»[1]. Come è noto, questa iniziativa costituisce per il capitalismo un momento importantissimo di rilancio, autocelebrazione, promozione e diffusione del proprio ordine simbolico, ma anche di pubblicizzazione di merci, settori produttivi, tecnologie e servizi. La corsa verso questo appuntamento – che si è rivelata una corsa a ostacoli fra le insidie della cor ruzione politica e finanziaria e le più oscene e imbarazzanti infiltrazioni mafiose – non può che registrare lo sviluppo di una critica e di un’opposizione a partire dal territorio interessato. Expo ha un carattere ideologico e concretamente devastante sulle vite delle persone. Da quando il capoluogo lombardo è diventato ufficialmente sede dell’esposizione (marzo 2008), associazioni, gruppi e comitati, che hanno intrapreso un lavoro di smascheramento e controinformazione su questo evento, si sono riuniti sotto la sigla No Expo, che ha organizzato diverse iniziative di approfondimento e di protesta.

giovedì 11 dicembre 2014

Torino: contro Eataly e EXPO 2015

da informa-azione.info
riceviamo e diffondiamo:


Sabato 29 novembre davanti allo store di Eataly-Lingotto una sessantina di compagn* ha proposto dell’ottimo cibo senza sfruttamento, volantinando e informando i passanti con uno striscione circa le dinamiche di oppressione e nocività messe in atto da Eataly e da Expo2015.

Pane appena sfornato, marmellate e distillati autoprodotti sono stati condivisi liberamente con le persone di passaggio, in opposizione alla mercificazione del cibo e del vivente che ogni giorno ha luogo all’interno (e all’esterno) di questa e altre strutture del capitale.

Nonostante la pioggia battente e l’immancabile presenza delle forze del dis-ordine, sono stati dati in un paio d’ore centinaia di volantini agli incuriositi avventori.

Alleghiamo i testi distribuiti, auspicando che altre iniziative contro chi e cosa Expo rappresenta vengano replicate secondo le modalità di ognun* ovunque possibile.

Expo fa male, ma non tutt* lo sanno!

Collettivi antifascisti antispecisti e Torino Squatters

Volantini in formato .pdf:

Nà magnata da Oscar!
No Expo Torino

lunedì 6 ottobre 2014

11 ottobre a Milano: antispecist* al corteo No Expo


da: antispefa.noblogs.org

CORTEO NOEXPO
Sabato 11 ottobre 2014 h 15.00 a Milano
Sabato 11 ottobre, a Milano, sfilerà un corteo organizzato dalla rete Attitudine NoExpo come momento di protesta nei confronti del grande evento milanese.
Alcune individualità antispeciste, antirazziste e antifasciste hanno deciso di parteciparvi esplicitando in uno spezzone del corteo la loro posizione nei confronti di ciò che Expo rappresenta: un pericoloso strumento neoliberista che ambisce a generare profitti e instaurare modelli di governance sulla pelle di uomini, di animali e del pianeta.
Si invitano pertanto a partecipare tutti gli antispecisti e tutte le antispeciste che, fatto proprio il collegamento tra la lotta di liberazione animale con le altre lotte di liberazione umana e della Terra, hanno deciso di:
  • Non credere al capitalismo che, coinvolgendo onlus e reti di volontariato e parlando di “risorse”, si definisce sostenibile per cercare consenso e legittimità.
  • Rifiutare il claim di Expo “Nutrire il pianeta” perché basato su schiavitù, sofferenza e morte e denunciare la retorica del “benessere animale” di partner quali Coop, Slow Food e Eataly.
  • Sbugiardare partner come Nestlè, Coca-Cola, DuPont e Selex Es, perché attivi nella distruzione del pianeta, nella ricerca bio-tech, nella produzione di OGM e nel controllo militare e nel controllo delle vite.
  • Opporsi alla devastazione della natura e degli habitat che Expo porta con se’.
  • Denunciare le opere “connesse” al grande evento -come TEEM, Pedemontana e Brebemi- e additare come corresponsabili quelle società che contribuiscono alla trasformazione imposta ai territori. Tra queste figura DHL, società che opera anche nel trasporto di primati utilizzati per la vivisezione e contro cui si è sviluppata una campagna internazionale di liberazione animale chiamata “Senza ritorno” (“Gateway to hell”).
  • Rifiutare l’appoggio a Expo in ogni sua sede e modalità perché non esiste liberazione se non operiamo contro ogni forma di dominio e di controllo sulle esistenze.
Per “nutrire il pianeta”, cioé per garantire un futuro agli esseri viventi e alla Terra, non abbiamo bisogno di Expo, ma della fine della schiavitù umana e non umana.
Ci vediamo in corteo a Milano sabato 11 ottobre, con partenza alle 15.00 piazza Duca d’Aosta (Stazione Centrale).

mercoledì 15 gennaio 2014

La statua di EXPO 2015: chi è cibo?


La statua "targata" EXPO esposta all'aeroporto di Malpensa
Expo 2015 ruoterà intorno all'argomento CIBO.
Argomento sicuramente centrale visto che da quello dipende la sopravvivenza di tutto il vivente.
Argomento importante per le implicazioni sociali, culturali e politiche che la distribuzione del cibo comporta.
Argomento succulento dato che il cibo è anche piacere e avventura.

Ma il punto fondamentale che EXPO probabilmente NON prenderà in considerazione, è la differenza tra chi CONSUMA cibo e chi È cibo.

Se fossimo NOI il cibo degli altri, cosa penseremmo dell'arroganza e della violenza di questa scultura promozionale di EXPO?

In questa rappresentazione grottesca dell'ingordigia umana (forse molto più vicina alla realtà di quanto possa sembrare a prima vista) l'unica cosa che non viene problematizzata è proprio la questione fondamentale: con quale diritto inforchiamo galline, uccidiamo lepri, ci mettiamo le salamelle a tracolla e, come tutti i bravi cacciatori, ci mettiamo i cadaveri attaccati al cinturone?

Lasciando perdere il machismo caricaturale di questa scultura (così esagerato da essere quasi autoironico), perché rappresentare con una sorta di Gargantua/Pantagruel (che tutto mangiano senza vergogna) un'umanità che si erge tronfia sopra il resto del vivente pur di soddisfare la sua insaziabile pancia e il suo viziatissimo palato? 

Se questa è l'immagine con cui EXPO vorrebbe reclamizzare la "questione-cibo" ai cittadini del mondo (la scultura si trova all'aeroporto di Malpensa), ci sembra che abbia imboccato un sentiero che andrà a sfociare nella comoda autostrada della BIO-Violenza.

Peccato che Gastone Mariani, attuale direttore dell'Accademia di Brera, nella  presentazione della mostra "Il dolore degli altri animali" nel marzo del 2012, avesse espresso questo auspicio: "In concomitanza con EXPO 2015, convengo che Milano, capitale mondiale della sostenibilità ambientale ed alimentare, meriti una finestra di osservazione e riflessione sul nostro rapporto con la più grande parte degli abitanti del Pianeta." Parole amaramente cadute nel vuoto pneumatico emanato del personaggio elevato sul piedistallo come un megalomane ubriaco.

Teniamoci pronti perché ne vedremo (e soprattutto sentiremo) di tutti i gusti.
L'elogio del salamino è solo l'antipasto.

Progetto Bio-Violenza
Al mattatoio felici e sani


mercoledì 11 dicembre 2013

La nostra risposta a Compassion in World Farming

In seguito alla pubblicazione, da parte di BioViolenza e Campagne per gli Animali, dell'appello a prendere le distanze da CIWF - Compassion in Wolrd Farming (qui l'appello con la lista dei firmatari), CIWF ci ha scritto.
Abbiamo pubblicato qui gli argomenti di CIWF.

Desideriamo ora rispondere pubblicamente con alcune importanti precisazioni.

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Gentile Annamaria Pisapia,
vorremmo precisare alcuni punti riguardo la sua risposta alla campagna sottoscritta da molti gruppi animalisti contro le politiche welfariste di CIWF.

Se davvero questa fosse una battaglia intestina all'interno del frastagliato arcipelago animalista, Lei avrebbe ragione a lamentarsi della nostra scelta di schierarci contro CIWF cercando di coinvolgere il più gran numero di associazioni e gruppi animalisti.

Ci permettiamo però di avere seri dubbi sulla reale presenza di CIWF nel panorama animalista italiano. In questi ultimi 20 anni nessuno di noi ha mai visto né sentito né conosciuto alcun attivista della vostra associazione. Il vostro logo lo abbiamo visto, sì, ma solo affiancato a quello di aziende che di certo hanno ben altri scopi che preoccuparsi dell'olocausto animale: sulle tovagliette dei ristoranti Ikea, con la pubblicità Coop per arrivare addirittura ai premi ad Amadori e McDonald's (il peggio che un animale ed un animalista possono pensare come "compagni di strada").

Abbiamo, da quando esistono il coordinamento contro la bio-violenza e il corrispettivo sito, spesso segnalato e commentato le ipocrisie di chi, cercando di placare la cattiva coscienza del consumatore sensibile, gli svende la dignità animale, facendo passare orgogliosamente come una conquista un insignificante miglioramento della schiavitù animale. Se da qualche parte sui vostri siti ci fosse scritto bene, forte e chiaro (ma abbiamo cercato ovunque senza trovare nulla) che siete contro qualsiasi allevamento e uso di animali, le vostre politiche welfariste, per quanto non condivisibili da noi, non sarebbero certamente state bersaglio della nostra indignazione.
Non ci saremmo neppure troppo indignati se aveste scritto chiaramente da qualche parte che la vostra associazione è specista e antropocentrica ma contraria alla eccessiva sofferenza animale. Perché accanirsi con uno schivista buono che cerca di preservare la salute dei suoi schiavi e contemporaneamente avere prodotti migliori? Al massimo vi avremmo criticato (come abbiamo criticato Slowfood) per l'ipocrisia di parlare di etica senza condannare lo sfruttamento animale. 

Il vostro problema è che volete avere il piede in due scarpe e sperate pure che nessuno se ne lamenti! 

Il movimento per la liberazione animale, gentile signora Pisapia, non ha come scopo l'eliminazione della sofferenza animale. O meglio: l'eliminazione della sofferenza animale è sì un obiettivo ma che viene di conseguenza al fine principale che è la liberazione animale dal dominio umano. Ora lei capisce che, se del dominio incontrastato dell'umano CIWF non parla ma ne condanna solo gli aspetti più eclatanti e che inquietano lo sfruttatore medio, significa che l'eliminazione della schiavitù animale non è tra i suoi fini e scopi. Del resto come si potrebbe premiare Amadori se si stesse lottando per la liberazione animale?

Voi vorreste un mondo di schiavisti più gentili (e intanto supportate i peggiori schiavisti in circolazione a cui fate pubblicità per qualche manciata di paglia in più nelle lettiere degli schiavi); venirci a dire che siamo compagni di lotta offende molto per primi gli animali (che, come gli schiavi di un tempo desiderano innanzitutto la libertà e l'autodeterminazione) poi il lavoro di tutti gli attivisti che, senza nessun vantaggio economico e personale, lottano al loro fianco per aiutarli in questa disperata guerra sulla pietà.


La vostra associazione, proprio per l'ambiguità con cui cerca di farsi passare per animalista, per le argomentazioni che usa, per come confonde le idee alle persone più sensibili in un momento storico in cui finalmente si inizia a intravvedere qualche flebile speranza, per come considera ancora gli animali beni di proprietà, per le sue politiche stucchevoli e servili nei confronti della grande industria alimentare, per la sua estraneità alle campagne e battaglie animaliste, per la mediocrità dell'obiettivo finale che si propone, per il doppio standard che usa (se si rivolge ai carnivori suggerisce come scegliere conigli BIO di qualità, se si rivolge a vegetariani e vegan dice di stare lottando per la stessa causa comune), non può che continuare ad essere anni luce distante da noi.



L'unica cosa che davvero ci dispiace è che le associazioni animaliste più "tiepide", insieme a quelle che sottoscrivono la politica dei "piccoli passi" e quelle che credono che non si debba mai prendere posizione CONTRO (quasi che fosse disdicevole dissociarsi da chi inquina le idee e le prassi del più grande progetto rivoluzionario del millennio), potrebbero continuare a pensare che la vostra posizione ambigua non sia pericolosa. In questo periodo storico, dove occorre affermare in maniera inequivocabile che è possibile ripensare il mondo in un modo nuovo, che sia davvero compatibile con la dignità e la libertà di tutti i popoli animali, il vostro messaggio compromissorio e antiquato, è il nostro peggiore avversario.

Cordiali saluti
Bio-Violenza


Ps. Le chiediamo gentilmente dove sarebbe possibile poter prendere visione del bilancio (sia nazionale che internazionale) della vostra associazione.

martedì 10 dicembre 2013

La china scivolosa della compassione - CIWF risponde a BioViolenza

Compassion in World Farming Italia ci ha scritto in merito al nostro appello "La china scivolosa della compassione".

Con il loro consenso pubblichiamo qui, per completezza d'informazione, il testo integrale del messaggio.

(Qui invece la nostra risposta)
A: BioViolenza

Leggiamo con tristezza quanto da voi recentemente pubblicato contro la nostra organizzazione, che da oltre 40 anni si batte per mettere fine all’allevamento intensivo e al capitolato di crudeltà che esso comporta per miliardi di animali.

Come abbiamo scritto su Facebook, ancora una volta le guerre fratricide all’interno del movimento per i diritti/la protezione degli animali giova solo a chi sugli animali ci lucra veramente e nuoce agli animali stessi. Anzi, siamo certi che chi ad esempio detiene i suini nella maniera da noi fermamente denunciata nella campagna Sonodegno sarà molto compiaciuto di questo vostro atteggiamento.

Sia chiaro: accettiamo le critiche e crediamo nel dibattito costruttivo, ma purché fondato su onestà e fatti. Quello che invece riteniamo inaccettabile è il discredito dell’ “altro” basato sulla falsificazione della realtà. Dire, ad esempio, che la nostra organizzazione sia fatta di allevatori è una palese falsità.

Abbiamo solo approcci diversi al medesimo problema: la sofferenza animale.

Voi lavorate per un obiettivo di lungo termine (quello del veganesimo), noi per avviare un percorso su larga scala che porti a risultati concreti per gli animali che vivono ora e vivranno domani finchè tutto il mondo non diventerà vegano (concorderete che ahimé questo non accadrà in un futuro molto prossimo). Fino a quel momento abbiamo il dovere morale di aiutare questi animali- miliardi -per dare loro una esistenza migliore.

Non intendiamo convincervi e come abbiamo detto rispettiamo le differenze, essendo anche disponibili anche ad un incontro di approfondimento.

Quello che vi chiediamo è però di basare le vostre comunicazioni esterne, anche se critiche, sui fatti e non affermazioni diffamatorie.


Grazie e saluti
Compassion in World Farming


Leggi il testo dell'appello "La china scivolosa della compassione"

Adesioni all'appello (clicca qui)

giovedì 28 novembre 2013

CIWF - La china scivolosa della compassione: appello per una presa di posizione contro le campagne pseudo-animaliste

Care attiviste, cari attivisti per la liberazione animale,
CIWF: Compassion in World Farming?

crediamo sia giunto il momento di fare chiarezza su iniziative pseudoanimaliste che spesso si propagano in rete e creano confusione in chi non è abbastanza attento al significato delle parole o non ha ancora le idee precise su quali siano le richieste del movimento per la liberazione animale.
Pensiamo che, visto il dilagare del fenomeno, i movimenti animalista e antispecista dovrebbero prendere posizione riguardo a certo welfarismo che si spaccia per animalismo e annacqua, diluisce e di fatto inquina il nostro messaggio.

Iniziative come la recente raccolta di 250.000 firme in Europa per rendere l'allevamento dei Maiali più "etico", senza la benché minima contrarietà all'allevamento in sé, rischiano di fare danno alle istanze di liberazione animale, senza peraltro determinare alcun cambiamento della drammatica situazione in cui versano gli animali.

Chiediamo ai gruppi ed alle associazioni animaliste/antispeciste di prendere una posizione chiara raccogliendo il seguente appello.

Progetto Bio-Violenza
Campagne per gli Animali


LEGGI IL TESTO DELL'APPELLO

Le adesioni possono essere inviate a: bioviolenza@gmail.com. 


Adesioni (aggiornate al 10/3/2016):


Abolizione Carne Italia 
AFVG - Animalisti Friuli Venezia Giulia
Agripunk
All4animals
Animalmente
Animal SOS
Antispefa - Antispecisti Antifascisti
Antispecismo Sassari
Associazione Canili Veneto
Apida
Asinus Novus
Associazione d'Idee onlus 
Attacca l'Adesivo
La Vera Bestia
Laboratorio Antispecista Palermo
LAC - Lega per l'abolizione della caccia (sez. Piemonte)
LAC - Lega per l'abolizione della caccia (sez. Pinerolo)
LEAL - Lega Antivivisezionista

Lega Nazionale del Cane (Sez. Crotone)
Liberazioni - rivista antispecista
Liberiamiamoli
LIDA – Lega italiana per i diritti dell’animale
Manifestoantispecista.org
Mappa Vegana Italiana

Movimento Antispecista
OIPA
Oltre la Specie
Parte in causa
Pelo & Contropelo

Per Animalia Veritas
Progetto Sirio

Rewild club
Salviamo gli Orsi della Luna

Terranomala
Terrestri

Troglodita Tribe
Un Mondo Sbagliato (Croazia)
UNA Cremona
Vegani Castellani 
Veganierranti
Veganzetta