Vi abbiamo informato, lo scorso anno, di un’iniziativa dal
carattere e dalle finalità a nostro avviso piuttosto dubbie, la Summer School
“La Vita Condivisa”, pubblicando una nostra
lettera aperta ai relatori/organizzatori legati all’ambiente animalista e
antispecista. In questo testo, chiedevamo in sostanza come fosse possibile partecipare
a un evento insieme a realtà come Compassion in World
Farming, un evento organizzato da un’associazione “animalista” (Minding
Animals) insieme al Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, la
Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare, una struttura il cui nome non
necessita di ulteriori commenti. E come fosse possibile legittimare un momento
formativo con interventi intitolati, per esempio, “La sostenibilità nella
produzione della carne”, “Farms not factories”, “Prospettive dell’Unione
Europea per una filiera della carne innovativa, rispettosa di animali e
ambiente”, “Del mangiar carne, latte, uova o la protezione animale in
allevamento”, “Etichettatura dell’animal welfare”. Senza contare il patrocinio,
evidenziato come un punto d’onore, di Expo 2015. Insomma, abbiamo chiesto come
fosse possibile prestarsi a una legittimazione di realtà che lavorano
attivamente per propagandare lo sfruttamento “sostenibile” degli animali negli
allevamenti e nei mattatoi.
Dalle persone interpellate abbiamo ottenuto una sola
risposta, quella
di Enrico Giannetto, che ringraziamo per l’attenzione che ci ha riservato,
anche se non ne condividiamo – come non ne condividevamo allora – le posizioni
(la nostra replica è reperibile allo stesso link). Dagli altri relatori, il
silenzio; dagli organizzatori “animalisti”, altrettanto. In sintesi, Enrico
Giannetto esprimeva la necessità di “sporcarsi le mani” per “contaminare” le
visioni dei giovani veterinari che, prevedibilmente, avrebbero composto la
maggioranza dei partecipanti. Se questa logica al ribasso non ci convinceva, ci
convince ancora meno ora che è stato pubblicato il programma della seconda
edizione, che si svolgerà a Milano dal 12 al 17 settembre 2016. Gli
interventi programmati prevedono un aumento notevole di specialisti del
“benessere animale”, dell’etichettatura della carne, della zootecnia “di
qualità”, e un peso maggiore delle realtà che lavorano sulla promozione
dell’allevamento sostenibile, con la conferma di Compassion in World Farming e
l’ingresso nientemeno che di “Allevamento Etico”, di cui abbiamo anche avuto
già modo di parlare (si veda qui).
Insomma, “sporcarsi le mani” per convincere i veterinari sembra avere ottenuto
l’effetto opposto: sono gli specialisti del settore zootecnico ad avere
spostato gli animalisti verso le loro posizioni.
Tanto vicini alle
idee dello sfruttamento dolce, che durante questa edizione della Summer School
è previsto qualcosa di decisamente intollerabile: la visita a un “allevamento
etico”. Guardare il programma per credere.
A questo punto è doveroso precisare che l’unico relatore che
ci ha risposto quest’anno non partecipa. Gli altri, però, sono ancora
attivamente coinvolti: se l’anno scorso non hanno saputo produrre motivazioni
valide, ci chiediamo come possa essere giustificabile questa volta il fatto di
farsi strumentalizzare volontariamente in modo così smaccato da parte di chi
trae profitto dai corpi animali.
BioViolenza