"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

domenica 13 marzo 2011

La Stampa: articolo sul blitz al salone del gusto





SILVIA FRANCIA: articolo su La Stampa (originale qui)

TORINO
Il sangue, quello era finto, ma i brividi da suspense hanno percorso davvero l’anfiteatro del PalaIsozaki, almeno per una decina di minuti. Tanto è durata l’incursione, ieri sera, durante la cerimonia che ha chiuso Terra Madre, di un gruppo di animalisti capitanati da un ragazza armata di megafono per gridare le sue ragioni alla platea affollata, mentre un suo «collega» si rotolava sul palco con gli abiti macchiati di rosso. Un colpo di teatro, in favore di «quelli che sono, senza volerlo, i veri protagonisti del Salone del Gusto e cioè gli animali, costretti a vivere alla catena o in gabbia, prima di venire uccisi».

Così, i difensori a oltranza della fauna, dopo giorni di pacifico, seppur polemico, sit-in davanti al Lingotto, hanno deciso di scendere in campo e dar fiato alle trombe, incalzando i vertici di Slow Food, tutti sul palco per l’occasione. «Voi parlate di etica, ma cosa vi fa credere di essere padroni della vita e della morte di altri esseri?».

Un’invasione di campo urlata sì, ma non violenta, tanto che gli organizzatori hanno deciso di non interrompere l’imprevisto comizio che si è concluso in breve. In tempo, comunque, per consentire a Carlin Petrini e al presidente di Slow Food Italia, Roberto Burdese, assieme ai numerosi relatori, di portare a termine il compito che si erano prefissi. Ovvero illustrare il documento su «Sostenibilità e politiche ambientali», che è stato il tema portante di questa quarta edizione di Terra Madre.

Il foglio, articolato in otto capitoli, e fondato su una ricerca dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo su temi che spaziano dal «diritto al cibo» all’ecologia alla tutela della biodiversità alla salvaguardia dei patrimoni della tradizione, verrà presentato in tutto il mondo il 10 dicembre, in occasione del «Terra Madre day». Con l’applauso a questa carta, che rispecchia il «Terra Madre pensiero» a tutela quegli ultimi che, secondo Petrini, «sono gli unici a insegnarci davvero la vita», è calato il sipario sulla manifestazione. Una kermesse cresciuta rapidamente e che ha coinvolto - in una girandola vorticosa di incontri e convegni - oltre 6.400 persone, provenienti da 160 Paesi del mondo, tra contadini, allevatori, cuochi, pescatori, artigiani, ma pure studenti, studiosi, musicisti e docenti universitari.
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