"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

mercoledì 27 novembre 2013

Genuino Clandestino e la fattoria (in)felice...


"Immaginare e costruire una Fattoria veramente felice è possibile, ed è un posto nel quale la rinuncia totale allo sfruttamento degli animali non umani annienta la catena del dominio, invece di spezzarne solo qualche anello. Un posto nel quale rinunciare finalmente a tutte le forme di oppressione, non solo a qualcuna.
E solo lì il maialino pirata, tristemente guercio, potrà veramente trovare la felicità, libero da sofferenza, tortura e morte". 

Segnaliamo un interessante articolo sulla campagna Genuino Clandestino, che ne analizza le contraddizioni e il riferimento alla "fattoria felice", quell'immagine bucolica ben descritta e criticata da Troglodita Tribe nel libro di cui abbiamo già avuto occasione di parlare, "La fattoria (in)felice: animali e contadini".

L'articolo è pubblicato sul blog Intersezioni, e potete trovarlo qui:


Buona lettura!