"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

giovedì 1 dicembre 2011

Quando la risposta di GreenPeace è “insostenibile”

Alla prima mail di protesta come Bioviolenza e come attivist* singol* abbiamo ricevuto tutt* la stessa risposta:


Buongiorno XXX (nome preso dalla firma in calce),

è necessario precisare che Greenpeace è un'associazione ambientalista, non animalista, e quindi non ritiene che gli animali non debbano essere catturati e/o mangiati "a prescindere".
Qui a Greenpeace ci sono persone che mangiano carne o pesce, persone vegane e persone vegetariane: l'alimentazione non è un fattore discrimante. La scelta vegetariana/vegana (che rispettiamo) è una scelta personale che per vari motivi - culturali, di salute, di contesto geografico - non tutti possono sostenere.
Quello che sosteniamo è che tutti gli animali - ma anche tutte le piante, tutti gli uomini e...tutto il resto - debbano essere tutelati in modo da avere un futuro.
Le tartarughe non sono più importanti del tonno. Il punto è che alcune delle specie di tartarughe e squali sono a rischio di estinzione e l'uccisione anche di poche migliaia di esemplari potrebbe distruggere completamente queste popolazioni.
Per quanto riguarda il tonno, non interferiamo con le scelte dei singoli ma chiediamo all'industria del tonno in scatola di garantire piena tracciabilità e trasparenza, di non utilizzare specie a rischio e di impegnarsi a vendere solo tonno pescato in maniera sostenibile, per esempio con amo e lenza o senza FAD.
cordialmente

Giorgia Monti
Responsabile Campagna Mare
Greenpeace Italia

ANCHE VOI AVETE RICEVUTO LA STESSA RISPOSTA STANDARD, INDICE DI UN'ATTENTA LETTURA DELLE RIMOSTRANZE SOGGETTIVE?

RIBADIAMO CHE GREENPEACE DEVE CHIARIRE LA SUA POSIZIONE E ABBIAMO INVIATO QUESTA SECONDA MAIL (ci risponderanno?):

Gentile Sig.ra Monti,

la ringraziamo per la risposta, evidentemente standard, che ha voluto inviarci.
E' insignificante che Lei affermi che la scelta vegana/vegetariana sia da Voi rispettata, quando, nei Vostri sondaggi, non viene considerata neppure come opzione. Eppure, dato che suggerite che
le scelte di consumo individuali possono influire significativamente su problemi come la pesca del tonno, dobbiamo fare notare che il rifiuto di mangiare animali avrebbe un impatto decisamente più consistente su tale problema, oggetto della Vostra campagna.

Il fatto che Greenpeace sia un'organizzazione che opera a livello planetario non giustifica le Vostre posizioni evasive sulla questione politica dello sfruttamento animale. Nè il fatto che al polo nord non esista la possibilità di sopravvivere se non cacciando e pescando ci autorizza a fare altrettanto e a uscire di casa la mattina imbracciando un fucile o una canna da pesca per procurarci il cibo, magari vestiti di pelli e pellicce.
E' nostro obbligo, in quanto agenti morali, preferire le pratiche che riducono quanto più possibile il danno ad altri, siano essi umani, che nonumani.
Ecco perchè non consumare animali è un obbligo etico e non una banale scelta dietetica.

Nessuno, nè tanto meno un'organizzazione come la Vostra, che dall'opinione pubblica viene considerata come portatrice di alti valori morali, dovrebbe esimersi dal confrontarsi con la realtà dello sfruttamento animale, esponendosi pubblicamente e in modo chiaro.

Confidando in un ripensamento per una riformulazione della campagna in oggetto, salutiamo.

BioViolenza