"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

venerdì 24 luglio 2015

Perchè collaborare con CIWF (e compagnia bella)? Lettera aperta ad alcun* animalisti



MA CHE CI FACCIAMO IN COMPAGNIA DI VETERINARI E CIWF?
PERCHÉ COLLABORIAMO?
PERCHÉ ORGANIZZIAMO PROGETTI INSIEME?



Questa è una lettera aperta per chi, animalista, ha organizzato o accettato di partecipare al convegno "Cibo: la vita condivisa" che si terrà dal 15 al 19 settembre presso l'Università degli Studi di Milano - Facoltà di Medicina Veterinaria.


Noi attivisti/e di Bio-Violenza (http://bioviolenza.blogspot.it) siamo rimasti molto perplessi nel vedere un corsoestivo universitario organizzato a 4 mani da animalisti (Minding Animals) insieme alla facoltà di Veterinaria dellUniversità di Milano.

Ci siamo domandati il perché di una così stretta collaborazione tra due entità che sulla questione animale non hanno certo la stessa direzione di sguardo. Perché inquinare il messaggio antispecista? Perché accettare di confrontarsi su un terreno così rischioso per un evento che coinvolgerà molti docenti ma che riguarderà un gruppetto di soli 30 studenti (o persone interessate)?



Intuiamo le risposte che le persone coinvolte darebbero a queste domande:
Sicuramente le persone invitate a parlare sono sensibili alla sofferenza animale e con loro è possibile un dialogo e una base comune di confronto. Lincontro non vuole essere un incontro militantema una pacata e serena discussione collettiva su benessere animale, cibo, vegetarismo. Eun passo nella direzione, tanto auspicata, di allargare il dibattito culturale e raggiungere le istituzioni sempre così lontane dai temi che ci stanno a cuore. Sempre meglio formare veterinari sensibili alla sofferenza animale, piuttosto che persone che procedono nel loro corso di formazione senza farsi troppe domande”.

Potremmo continuare con altre risposte e giustificazioni ma crediamo che le nostre obiezioni a questa collaborazione siano molto più stringenti. Insomma, crediamo che siano molti più gli svantaggi di una commistione di questo tipo che i vantaggi.
Ad ogni modo, chiunque può farsi un'idea dando un'occhiata agli obiettivi della Summer School e, soprattutto, al programma e ai relatori coinvolti (http://users.unimi.it/lavitacondivisa/). Fra questi, in particolare, spicca la presenza di Compassion in World Farming (CIWF).

Da qualche anno CIWF è prepotentemente (la parola non è usata a caso) sbarcata in Italia con la sua parola d'ordine "benessere animale" e sta cercando di confondere il suo lavoro di supporto ad aziende commerciali (tra cui alcuni giganti dello sfruttamento animale) con le tematiche animaliste e antispeciste. Per CIWF raccogliere consensi nel movimento antispecista è fondamentale per mantenere pulito e fintamente splendente il tema dell'interesse per gli animali.

A latere di una recente conferenza che CIWF ha tenuto a Milano per presentare la pubblicazione "Farmageddon", la presidente di CIWF Italia ha detto che è démodé continuare a parlare di 'liberazione animale' e 'schiavitù animale' e che gli animali non sono mica persone...

Se occorreva una conferma della politica ambiguamente welfarista di CIWF l'abbiamo avuta con le nostre orecchie. Quando abbiamo contestato la loro politica volta a premiare - leggi pubblicizzare - aziende insostenibili quali McDonald's, Cremonini, Burger King, CocaCola,) abbiamo constatato dal vivo che CIWF utilizza due pesi e due misure: una quando risponde (attraverso i suoi attivisti vegan) alle mail di chiarimento degli animalisti, l'altra quando, davanti ad un pubblico generico, si toglie la maschera animalista e, raccontando la crisi ecologica, parla del danno degli allevamenti industriali senza mai ipotizzare di poter costruire una società senza sfruttamento animale.

L'osservatorio Bio-Violenza (nato apposta per monitorare i modi in cui si cerca di sfruttare gli animali facendosi passare per persone etiche e sensibili) chiede come sia possibile affrontare la crisi ecologica senza mettere in discussione l'intero impianto politico delle nostre culture. Restiamo ancora più basiti davanti al fatto che CIWF denuncia l'industrializzazione degli allevamenti e procede premiando (con riconoscimenti ufficiali che sicuramente portano vanto e lustro alle aziende vincitrici) società commerciali che dovrebbero vergognarsi anche solo di pensare le parole "benessere animale(e non stiamo neppure parlando di liberazione animale o di antispecismo).

Crediamo che realtà come CIWF, che nulla hanno a che fare con le nostre richieste abolizioniste e/o liberazioniste e che nulla hanno da dire di animalista/antispecista sugli animali non umani (se non che sarebbe bello fossero allevati un po' più umanamente), dovrebbero essere ignorate, se non apertamente combattute, dal movimento animalista.

Realtà che fanno finta di occuparsi di sostenibilità e inquinamento (difficile capire come correlare la fame nel mondo o un minor impatto ambientale dando premi a CocaCola) non dovrebbero proprio avere a che fare con i nostri temi o comunque noi dovremmo rifiutarci di organizzare collaborazioni.

Di tutte le ambiguità e furberie di CIWF abbiamo già ampiamente raccontato e risposto qui
http://bioviolenza.blogspot.it/search/label/ciwf e non vogliamo tediarvi ulteriormente.

Lunico motivo per cui si potrebbe accettare di avere a che fare con queste persone o organizzazioni è quello di confrontarsi conflittualmente (e dalla descrizione dellevento non pare proprio essere così) altrimenti crediamo che la cosa possa essere molto pericolosa. Invitandoli a presentare il loro punto di vista si dà loro autorevolezza e si accetta e si fa passare l'idea che in qualche modo gli scopi siano simili o convergenti (magari da raggiungere con modalità differenti) con i nostri.

In questa fase storico-culturale, in cui l'antispecismo sta muovendo i suoi primi passi per farsi comprendere, è molto difficile fare capire la differenza tra il generico 'avere a cuore gli animali' e il 'volere un mondo in cui gli animali non siano sfruttati'. Il pensiero antispecista viene continuamente fagocitato, ridotto, mutilato, diluito, dalla cultura dominante. Non occorre aumentare la confusione con messaggi ambigui e ipocriti. Perché dare loro terreno? Perché favorire lambiguità? Perché voler occupare gli stessi ambiti e spazi? Per cosa poi? Per trenta persone?
Così facendo si autorizzano i benpensanti protezionisti” a pensare che le richieste genuinamente antispeciste siano estremiste e troppo radicali. Perchè accettare di occupare una zona intermediache dà unimmagine distorta della portata rivoluzionaria che lantispecismo rivendica?

Dopo anni di lavoro credevamo, insieme ad altri attivisti molto preoccupati per la confusione creata da realtà quali CIWF o Slow Food, di essere riusciti a sgomberare il terreno scivoloso dell'animalismo da fraintendimenti pericolosi e siamo dispiaciuti di vedere così tanti "dei nostri" (e per di più quelli che dovrebbero essere maggiormente attenti alle sfumature culturali) accettare di partecipare ad un evento che, già nella sua presentazione, assume una connotazione, a voler pensare bene, biecamente welfarista.

L'evento si svolgerà presso la Facoltà di Veterinaria dell'Università. Facoltà dove si insegna a produrre cibo animale. L'evento è organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, la Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare, e patrocinato dal Comitato Scientifico per EXPO 2015 del Comune di Milano. Perché degli animalisti organizzano e partecipano ad un evento che, per sua natura e da come sembra proposto, si svolgerà allinsegna di un confronto pacato, non conflittuale? Come possiamo accettare di partecipare ad un evento in cui una relazione si intitola La sostenibilità nella produzione della carne? oppure Farms not factories? oppure Prospettive dellUnione Europea per una filiera della carne innovativa, rispettosa di animali e ambiente? Del mangiar carne, latte, uova o la protezione animale in allevamento? Etichettatura dellanimale welfare,..? Com’è possibile non accorgersi, indipendentemente da quel che ognuno di voi dirà in quella sede, di come sia ambiguo collaborare con fiancheggiatori dello sfruttamento animale come sono CIWF e la facoltà di veterinaria?

Chiediamo a coloro che in buona fede non avevano valutato le implicazioni di unadesione ad un evento simile e che reputano la lotta per la liberazione animale più importante della partecipazione ad un evento forse prestigioso ma certamente compromettente e miope, di dissociarsi dalliniziativa.

BioViolenza
www.bioviolenza.blogspot.it

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