Segnaliamo un interessante resoconto di Davide Turrini, apparso su Il Fatto Quotidiano, relativo al parco agroalimentare FICO (Eataly). Come si può vedere, la kermesse di Farinetti è, tra le altre cose, un inno alla carne "felice" e allo sfruttamento animale.
"C’è da dire che la tristezza che mettono quei poveri maialini tutti colorati che mangiucchiano bacche dietro le sbarre di una gabbia e ti vengono ad annusare la mano, è unica. Sono animali da esposizione. Ce ne saranno una trentina. Uno per specie. Le mucche vivranno sempre lì, i maiali una volta grandi verranno sostituiti come per magia da quelli più piccoli e presentabili. Sarà il ciclo della vita, la tradizione, il rapporto uomo animale dalla notte dei tempi, ma la pena nel vederli assieme a cavalli, ciuchini e caprette è pari solo a quella provata di fronte ai rassegnati animali da circo costretti con la forza a compiere azioni inconsulte per i voleri del domatore".
FICO, il parco agroalimentare più grande del mondo? Tutto un “senta la lasagnina” e “assaggi il vinellino”
Alla prima impressione sembra una fiera campionaria con tutti i suoi stand. Quelle fiere dove ti vendono l’aspirapolvere o c’è il tizio col microfono alla Ambra che fa le prove del pelapatate. Del resto a FICO più che osservare come un maiale diventa prosciutto (a proposito il macello non si vede, e non si vedono nemmeno i macellai con i grembiuli chiazzati di sangue), il prosciutto si vende a quintali
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