Nel percorso al contrario
con cui si cerca di rendere invisibili
gli animali incontriamo anche l’architetto De Lucchi. La macelleria cheha progettato e che verrà inaugurata a Parigi si chiama L’ Ecorcheur, lo
Scuoiatore.
Un nome, un programma e una promessa.
La macelleria in
questione sarà una vera e propria installazione. Farà parte di una serie di iniziative
economiche ridisegnate secondo un’ottica dedicata per lo più alla cultura del cibo.
De Lucchi spiega che la ‘sfida’ è quella di ‘liberare
la macelleria dal concetto dell’atto violento sull’animale’.
In uno spazio di 45 metri
quadrati si potranno ammirare ad es
immagini di sacrifici con animali e acquistare anche opere d’arte,
animali-scultura ,romanzi dedicati al
mondo animale, illustrazioni e quant’altro. E’ qui che si celebra l’emancipazione dell’uomo dalla violenza primitiva.
Il tutto godibile insieme con pezzi di animali esposti dietro un
bancone ,smembrati e ripuliti per non
urtare la sensibilità del consumatore.
Si potranno anche gustare
quelle stesse dilaniate carni in un apposito spazio dedicato alla cottura a
vista, dove sarà possibile portare a termine l’ultimo atto cannibale, al riparo
dalla vista di mattatoi, urla strazianti e agonie.
A questo tipo di
operazioni appartengono diverse
‘avventure’ finanziare , persino firmate, che promettono ampliamenti in
molti paesi attraverso differenziazioni di volta in volta sempre più
‘originali’.
Il cibo deve essere
spiritoso, allegro e soprattutto ‘etico’.
E se per fare questo è necessario
nascondere agli sguardi ciò che accade
nella realtà, ben venga!
Designers, architetti,
ristoratori e persino droghieri si
ritrovano uniti in un unico corpo collettivo con una missione da portare a
termine.
Sempre più si tende ad
occultare l’infamità della condizione a
cui vengono sottoposti gli animali che finiranno nei nostri piatti attraverso operazioni definite culturali in cui il corpo dell’animale , fatto uscire
sublimato dalla porta, possa rientrare dalla finestra in forma di bistecca,
cotoletta, salsiccia.
Di fronte all’opera di De
Lucchi o chi per lui, in cui ci si presta a valorizzare il prodotto e la
confezione , non è difficile comprendere come
la celebrazione dell’architetto (
che nello specifico decreta la fine dell’architettura)e di un mangiar sano ,
pulito e giusto sia l’obiettivo ,alla stregua delle tante iniziative proposte ,
ad es. ,da Slowfood e Eataly .
E non è difficile
comprendere come , ancora una volta, la subdola finalità sia l’assopimento delle
coscienze.
“ Perché non si possono
contare tutti i morti”e non si può dire l’orrore , quello che ‘scaturisce dal rifiuto
da parte degli assassini e di tutti gli
altri , di immaginarsi al posto delle vittime” (La vita degli animali,
J.M.Coetzee).
Laura Lucchini