Già il titolo “Braciole alla riscossa” la dice lunga. Fosse stato “onnivori alla riscossa”, “buongustai alla
riscossa” o “stronzi alla riscossa”, sarebbe stato più corretto e indovinato.
Temiamo che invece le braciole,
nonostante l’attenzione a loro dedicata, non abbiano molto da dire in questa
kermesse della Coldiretti (a Torino il 5 maggio 2016) che riunisce allevatori,
industriali, ristoratori, commercianti e consumatori che, nella giornata di
studio e lavoro, è di fatto un’apologia dell’allevamento, del barbecue e del
consumo di carne in risposta e per arginare il crescente numero di vegetariani
in Italia.
Chissà se durante la giornata di
“lavoro”, dubbi personaggi ambientalisti come Pecoraro Scanio, nutrizionisti,
esperti di spesa insostenibile (nasce la assurda figura di “Tutor della carne”
per aiutarci a fare la spesa!!), industriali illuminati (illuminati dai soldi,
dalla moda radical chic e dalla ambigua patina di affaristi attenti alla
sostenibilità) come Farinetti di Eataly, alla presenza delle autorità locali e
regionali (Fassino e Chiamparino), riusciranno nel loro ignobile intento di
proteggere la schiavitù e l’uccisione degli animali che, ridotti in merce e
pezzi di cibo, vengono magicamente trasformati in braciole felici, così felici
da andare addirittura alla riscossa…
Indire una giornata nazionale della
carne è come indire una giornata di festa in supporto di tutta la lunga e
terribile filiera che produce, alleva, uccide animali ad un ritmo talmente alto
da essere, oltre ad uno scempio etico, anche un dramma ambientale di
proporzioni apocalittiche.
Chissà se durante la kermesse si
parlerà delle modalità oscene con cui
gli animali vengono allevati, delle vergognose sovvenzioni per gli allevatori,
del continuo aumento di produzione per la carne esportata, della quantità di
terra rubata al pianeta per la produzione di foraggio e mangimi, del problema
della resistenza agli antibiotici (il cui principale consumo è cosituito dall’uso
in zootecnia).
Crediamo di no.
L’industria della carne, stimata
complessivamente da J. Rifkin (economista di fama mondiale) la seconda a
livello mondiale dopo quella del petrolio, ha bisogno di costante pubblicità
per occultare la sua natura mortifera e mortale.
Se gli spot in tv, i manifesti sui
tutti i muri del mondo, le tradizioni continuamente supportate e elogiate dai
media non sono sufficienti a occultare le richieste del nascente movimento
antispecista e frenare il cambio di usi e costumi dei consumatori occidentali,
ecco che intervengono i servitori istituzionali e gli intellettuali venduti
all’industria che mettono la loro faccia a cercare di difendere l’indifendibile.
Chissà se se la sentiranno di portare
davanti al pubblico orgogliosamente carnivoro e goliardico dei patetici barbecue domenicali (per far arrivare
la gente in massa a Torino al Lingotto)
qualche chianina da sventrare lì per lì, direttamente sul posto? Potrebbero
magari dare a Fassino il coltello da macellaio per l’onore del taglio della
giugulare e alle famigliole presenti, istruzioni accurate su come fare
divertire i bambini con pratiche sane e istruttive tipo “Come tirare il collo
alla gallina” o “Come uccidere il coniglio con un solo colpo”…
Del resto, se il numero uno di
Federconsumatori si schiera decisamente in sostegno di allevatori e carne, un
motivo ci sarà! Infatti di cognome fa Trefiletti…