"I campi di lavoro forzati non sono poi cosi' male. Ce ne hanno fatto visitare uno al corso di addestramento di base. Ci sono le docce, e letti con i materassi, e attività ricreative come la pallavolo. Attività artistiche. Si possono coltivare hobby come l'artigianato, ha presente? Per esempio, fare candele. A mano. E i familiari possono mandare pacchi, e una volta al mese loro o gli amici possono venire a trovarla - Aggiunse: - E si può professare la propria fede nella propria chiesa preferita.
Jason disse, sardonico: - La mia chiesa preferita è il mondo libero, all'aperto." (Philip K. Dick)

giovedì 6 agosto 2015

Quando gli “animalisti” fanno il gioco degli allevatori



Grazie al cielo la redazione di Campania su web e il Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana si sbagliano e non pare esistere (almeno per ora) la versione italiana dellassociazione protezionista anglotedesca Four Paws/ Vier Pfoten.

Fino a pochi giorni fa, Lassociazione Vier Pfotenera giustamente preoccupata delle pratiche dallevamento delle bufale in Campania, tanto da diffondere informazioni e video sulle sofferenze a cui sono quotidianamente sottoposti questi animali: http://www.four-paws.org.uk/campaigns/farm-animals/hidden-animal-cruelty-in-italian-buffalo-farms-providing-mozzarella-to-uk-supermarkets/

Il 27 luglio, uno dei tanti eventi di Expo è stato dedicato alla Mozzarella di Bufala DOP (uneccellenza italiana nel paesaggio mediterraneo!). Gli organizzatori sono stati Ara Campania (Associazione Regionale Allevatori) e DQA (Dipartimento Qualità Agroalimentare): http://www.mozzarelladop.it/index.php?section=notiziario&filter=comunicati&id=665




Sembra che la relazione che ha suscitato più interesse (e che tutti i giornali riportano con entusiasmo) sia stata quella di Hanna Zedlacher (la rappresentante austriaca della associazione animalista” “Vier Pfoten).
Zedlacher sembra aver molto apprezzato i progetti in corso (progetti che hanno lo scopo di valorizzare il lavoro di centinaia di allevatori campani) perché li ha trovati utili per il miglioramento del benessere animale. Una relazione evidentemente molto positiva, tanto da fare titolare alcuni articoli pace fatta tra animalisti e allevatori.

Sul sito internazionale di Vier Pfoten si trovano pubblicizzati altri eventi di EXPO sul benessere animale, come, per esempio, lincontro del 10 giugno su Animal welfare as a way to preserve diversity & quality in animal production.

Dopo aver letto il programma - che prevede la partecipazione di numerosi esperti che vanno dai rappresentanti di: corporazioni di allevatori, della FAO, dei produttori di lana, veterinari, grossa distribuzione, consumatori,il tutto moderato da Elena Benedetti, Editor di EUROCARNI - ci si chiede come sia possibile che uno scenario del genere possa interessare gli animalisti. Guarda caso, anche in questo consesso di esperti del settoree tuttologi più o meno preparati e onnipresenti compaiono sia Slow Food che la sempre ambigua associazione pseudoanimalista Compassion In World Farming.

Ma perché appena si apre una possibilità di una vetrina autorevole, gli animalisti pensano che si debba sempre approfittarne? Perchè vediamo solo le possibili conseguenze positive e non ci accorgiamo che la tanto auspicata abolizione totale dello sfruttamento animale viene così solo ritardata e ostacolata? Non è andando sempre e ovunque che raccogliamo consensi.

Quando pensiamo di poter andare in territorio nemicoa promuovere la causa animale, pensando di avere ottime ragioni, molte motivazioni e capacità di cambiare di almeno un poco il corso degli eventi, dobbiamo essere sicuri del nostro cavallo di Troiae che le nostre parole almeno non vengano usate contro gli animali o per rafforzare la cultura antropocentrica dominante.

La maggior parte delle volte, nel marasma specista che, come le sabbie mobili, inghiotte subdolamente le migliori intenzioni e i più bei discorsi, sono gli specisti che strumentalizzano noi.

Non vedono lora di poter avere dalla loro parte un difensore dei diritti animali. Se riescono ad avere dalla loro parte quel tale animalista, gli altri che non ci stanno saranno di conseguenza dei fanatici estremisti che vogliono tutto e subito. In realtà, si procede solo verso il consolidamento delle pratiche di sfruttamento.

Ma come è possibile non accorgersi che animalisti e allevatori non hanno molto da dirsi? Come è possibile accontentarsi di qualche minuto in cattedraper barattare idee di liberazione con vaghe promesse e pie illusioni?