Commento
al video realizzato da Free John Doe, mandato in onda il 20/5/2018 da Le Iene.
Link
al servizio televisivo: facebook.com/SeiVeganoSe/videos/2001078316873949/ (fino al 22/5/2018 era sulla pagina de Le Iene, ma
è stato rimosso).
Le
immagini mostrano la brutalità quotidiana del luogo in cui ci troviamo; le
inquadrature riprendono occhi, tremori, tumefazioni, deiezioni, agonie
ignorate. L’audio capta urla stridenti, che coprono i respiri affannosi di chi
sta morendo in solitudine.
La
voce fuori campo elenca una serie di dati e numeri: antibiotici somministrati
preventivamente, per evitare epidemie; topi - quegli untori! -, che, andando a
nutrirsi nei capannoni industriali, sono additati come portatori di malattie
trasmissibili ANCHE all’Uomo, nel momento stesso in cui ingerirà quei corpi macellati.
L’intervistatrice
parla (con esperti, impiegati nell’allevamento, NAS, ecc.) del buco dell’ozono,
sporcizia, “benessere animale”, alimentazione … Nessuna parola, non una,
proprio nessuna, viene spesa sul sistema istituzionalizzato di sterminio che
tutt* stanno vedendo, in quello stesso preciso istante, con i loro occhi.
Finché
si continuerà a parlare dei benefici che l’umano potrebbe ottenere grazie alla
diminuzione del consumo alimentare di “carne”, finché continueremo a trattare
gli altri animali come “comparse” anziché come
“protagonisti” della lotta di liberazione animale, continueremo anche a
diffondere la favola della “carne felice”, un discorso vecchio e già
“industrializzato” da Farinetti & Co. (leggi, p. es., bioviolenza.blogspot.it/2017/10/27-ottobre-milano-presidio-contro-il.html).
Il
sistema ci ha addomesticat* al dolore altrui, tanto da renderci incapaci di
schierarci dalla parte di chi è sfruttato, maltrattato, ucciso, e di ripetere
invece le parole d’ordine del dominatore, che ha fatto della morte altrui un
business!
“Uno,
due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, TU! FUORI! Uno, due, tre,
quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, TU! FUORI! Uno, due, tre, quattro,
cinque, sei, sette, otto, nove, TU! FUORI! Uno, due, tre, …” Ogni nove il
decimo muore.
I
nazisti usavano questo metodo per eliminare i corpi animalizzati. Anche lì,
quello era solo il decimo: “Shit!” (“Merda!”).
Nel
commento a questo video, il messaggio che passa non sono certo le ragioni a
favore dell’autodeterminazione di ogni individuo. Ciò che passa è solo che uno
su dieci muore, così, senza una ragione, solo perché è l’anello più debole
della catena. Come la bambina palestinese di 8 mesi morta perché nata dalla
parte sbagliata di un muro, di una linea di confine.